Bancaria n. 11/2007


Mensile dell'Associazione Bancaria Italiana

 

Editore
Bancaria Editrice
Anno
2007
Disponibilità
Disponibile
Prezzo Copertina € 15,00
IVA assolta dall'editore

Presentazione

 

Contributi
Comprendere e misurare il rischio di liquidità
Il rischio di liquidità rappresenta una componente importante nel determinare i margini di incertezza cui è soggetta l'attività di una banca. Esso può infatti esacerbare gli shock generati dall'instabilità dei mercati o da temporanee crisi di fiducia nella banca, con conseguenze potenzialmente drammatiche per la stabilità degli intermediari finanziari, come dimostrato dagli eventi dell'estate 2007. Ad oggi le metodologie per misurare questa tipologia di rischi sono a uno stadio ancora embrionale. Proprio per questo vi è il pericolo che le misure di rischio di liquidità prodotte dalle banche inviino al top management segnali falsamente tranquillizzanti perché basati su un set di ipotesi non pienamente adeguato a descrivere il comportamento delle controparti e dei mercati in fasi di particolare tensione.
Creare valore nelle fusioni bancarie: i fattori di successo nell'integrazione
L'impatto delle concentrazioni sulla creazione di valore, sull'efficienza operativa e sull'efficacia competitiva delle banche coinvolte non ha sempre prodotto gli effetti attesi. Il processo di concentrazione sembra, infatti, assumere rilevanza più a livello di sistema che di singole realtà aziendali. La ragione sembra risiedere nella difficoltà di governare con successo l'integrazione post merger. È quindi importante che il management responsabile della conduzione di operazioni di M&A intraprenda azioni e comportamenti razionali e virtuosi. Dalla definizione di una vision e di valori coerenti, a una leadership salda e trasparente nelle varie fasi dell'operazione, alla valutazione dei fattori umani e delle dinamiche culturali coinvolte.
Fisco e tributi
La disciplina fiscale dei trust dopo i chiarimenti dell'Agenzia delle entrate
Il trust ha trovato una sua legittimazione nel nostro ordinamento a seguito dell'adesione alla Convenzione dell'Aja del 1° luglio 1985, entrata in vigore in Italia il 1° gennaio 1992. La Convenzione nulla dispone riguardo alla tassazione dei trust che è demandata ai singoli Stati. Importanti precisazioni e chiarimenti sono stati forniti dall'Agenzia delle entrate con una circolare recante la disciplina rilevante ai fini delle imposte sui redditi e delle imposte indirette.
Sistemi gestionali
Il ruolo dei covenant nel controllo e nel pricing del rischio di credito
I covenant sono particolari clausole inserite nei contratti di debito stipulati dalle imprese, che limitano la gestione aziendale, dando la possibilità ai creditori di operare determinate azioni quando tali vincoli vengono violati. Le banche cercano con tale strumento di evitare i possibili deterioramenti nella qualità del credito, monitorando in maniera più efficiente l'andamento dell'impresa e la sua capacità di rimborso. La nuova normativa di vigilanza prudenziale di Basilea 2 permette alle banche che adottano l'approccio Irb advanced di tenerne conto nella stima della Ead. È auspicabile che le banche riconoscano ai fini interni la capacità di tale strumento di attenuare il rischio di un'esposizione creditizia, anche nella stima della Pd e della Lgd.
Credito e imprese
Intervento di
Cartolarizzazione dei prestiti alle Pmi e politiche pubbliche: l'esperienza spagnola
Nell'ultimo decennio il mercato europeo della cartolarizzazione di prestiti alle piccole e medie imprese ha registrato tassi di crescita a due cifre. Lo sviluppo di tali operazioni è stato promosso da forme di intervento pubblico tese a facilitare il superamento delle imperfezioni del mercato che frenano lo sviluppo spontaneo di questo canale di finanziamento. Una delle esperienze più significative al riguardo è quella attuata in Spagna nell'ambito del programma Ftpyme. La tecnica esaminata riveste oggi particolare interesse in Italia, nel momento in cui il Governo intende promuovere forme di finanziamento alle Pmi innovative rispetto agli interventi previgenti.
Il credito al consumo in Italia
Il mercato del credito al consumo in Italia è piccolo, in forte crescita, costoso. Il credito al consumo in Italia era pari nel 2006 al 3,3% del prodotto interno lordo, a fronte del 7% nell'area dell'euro. Il tasso di crescita tra il 2002 e il 2006 in Italia è stato in media del 15%, contro una media di circa il 6% dell'area dell'euro. Il settore è caratterizzato da un'elevata presenza di operatori esteri, che detengono una quota pari al 34% del mercato. La cessione del quinto, i prestiti personali e l'apertura di credito rotativo sono state le componenti più dinamiche negli ultimi anni.
Prospettive di crescita e rischi finanziari: percorsi delle Pmi siciliane
Il lavoro rappresenta una verifica empirica della teoria dei profitti diWood legata al livello di cash flow delle principali Pmi siciliane dei Patti territoriali di prima generazione. È emerso che, nonostante il contributo in conto capitale erogabile alle imprese possa costituire un beneficio netto, le stesse rimangono spesso vincolate nella gestione finanziaria dell'indebitamento e limitate nella crescita del fatturato. In tal modo avviene che le Pmi siciliane sostengono, lungo la frontiera finanziaria di cui parlaWood, un alto tasso di indebitamento e un costo opportunità individuato nel vincolo di liquidità.
Finanza
Gli hedge fund e le strategie di gestione di portafoglio
Un investimento in hedge fund richiede una strumentazione più sofisticata rispetto agli investimenti tradizionali. Si ritiene che la selezione ottima di portafoglio non possa limitarsi all'approccio media-varianza in senso classico, essendo richiesto l'inserimento di fattori cui la teoria tradizionale non ha dato importanza prima dell'introduzione degli hedge fund; ci si riferisce, in particolare, ad asimmetria e curtosi.
Lavoro
Il conferimento delTfr nei fondi pensione bancari preesistenti
Esperienze internazionali
Forum internazionalizzazione. Banche e imprese nella sfida della competizione globale
Internazionalizzazione e sostegno pubblico al made in Italy
Il coordinamento fra tutte le istituzioni deputate a vario titolo a sostenere l'internazionalizzazione assicura un approccio di sistema, con apprezzabili benefici per le aziende italiane e per l'immagine del made in Italy nel mondo. L'attività dell'Ice all'estero, la più stretta collaborazione con Sace e Simest e la crescente interazione con le banche consentono di coordinare il sostegno operativo delle aziende con quello finanziario e permettono di accompagnarle nello sviluppo delle strategie di carattere internazionale.
Le rimesse degli immigrati: determinanti e impatto sullo sviluppo economico
L'avvicinamento degli immigrati ai servizi bancari può avere effetti benefici sia per il paese di origine che per quello di destinazione delle rimesse. Il migrante potrebbe in questo modo conseguire una «cittadinanza economica» e di conseguenza agevolare la sua integrazione nel paese ospitante. Per le banche la presenza degli stranieri e le sollecitazioni che da loro provengono possono costituire un'importante occasione per intraprendere nuovi percorsi di internazionalizzazione finanziaria.
RapportoABI sui mercati finanziari e creditizi
Ottobre 2007