Bancaria n. 10/2008


Mensile dell'Associazione Bancaria Italiana


Editore
Bancaria Editrice
Anno
2008
Pagine
98
Disponibilità
Disponibile
Prezzo Copertina € 15,00
IVA assolta dall'editore

Presentazione

 

Editorial policy di Bancaria
Contributi: Crisi finanziaria: quali lezioni per le autorità di vigilanza
La crisi finanziaria ha mostrato chiaramente tutti i limiti dell'attuale situazione di regolamentazione e di assetti di vigilanza frammentati a livello nazionale, non più compatibili con la dimensione globale dei mercati finanziari e l'operatività di gruppi finanziari cross-border o cross-sector e tali da favorire situazioni di arbitraggi regolamentari.Da dove ripartire? Esistono già organismi che operano a livello internazionale, a vario titolo e con diverse modalità,ma per essi esistono problemi di rappresentatività e di legittimazione, che rischiano di limitare l'efficacia delle azioni da loro proposte.
Stabilità finanziaria e strumenti di intervento nella prima fase della crisi
L'analisi della prima fase della crisi finanziaria, culminata nel salvataggio Bear Stearns, può essere utile per comprendere i drammatici fatti accaduti negli ultimi mesi.Già nel periodo agosto 2007-maggio 2008 i tre principali strumenti di gestione delle crisi, prestito di ultima istanza, assicurazione dei depositi e operazioni di salvataggio, sono stati utilizzati con modalità fortemente innovative. Emerge il ruolo essenziale delle banche centrali e l'esigenza vitale di un maggior coordinamento a livello internazionale e tra le varie autorità.
Concorrenza, stabilità, trasparenza e riassetto del settore bancario: principi normativi e ruolo delle autorità
L'urgenza della crisi finanziaria non deve portare a mettere in secondo piano il tema della concorrenza, del carattere di impresa della banca.Nel contesto italiano, le riforme degli ultimi anni hanno delineato in termini più chiari e inequivoci il rapporto tra regole di concorrenza ed esigenze di stabilità delle imprese creditizie. Ma molti aspetti del nuovo assetto restano da approfondire sul piano concettuale e da verificare nella loro effettiva funzionalità. Le eccezioni all'ordinaria disciplina concorrenziale previste specificamente per il settore bancario e più in generale l'incrocio tra regole prudenziali e meccanismi competitivi richiedono, anche nel nuovo quadro normativo, di essere attentamente valutate sotto il profilo giuridico ed economico. E anche l'applicazione degli istituti generali antitrust al mercato creditizio sollecita riflessioni non scontate sul metodo di analisi a cui l'autorità garante dovrebbe opportunamente ispirarsi.
Fisco e tributi: Il nuovo regime fiscale degli interessi passivi: impatti sulle imprese e criticità
La nuova disciplina fiscale sugli interessi passivi si caratterizza rispetto alla precedente per una struttura più snella e lineare che, pur non determinando mai l'indeducibilità definitiva di una componente di interessi passivi, comporta un impatto di rilievo sulle convenienze delle imprese dal momento che pone, in ciascun periodo d'imposta, un limite alla deducibilità della remunerazione accordata al capitale di debito. Essa distingue nettamente il trattamento dei soggetti Irpef e di quelli Ires, riservando ai primi un trattamento di maggior favore nel presupposto che una società di persone sia più piccola di una società di capitale. Emergono rilevanti impatti sulle convenienze delle imprese e potrebbero innescarsi operazioni di trasformazione da società di capitali in società di persone.
Credito e imprese: Le sfide per i Confidi alla luce della nuova normativa prudenziale
Basilea 2 e le nuove regole emanate a fine 2007 pongono rilevanti sfide ai Confidi, che possono accoglierle come un'imprescindibile opportunità di crescita. Finalizzata non solo all'iscrizione nell'elenco speciale della Banca d'Italia,ma soprattutto a una crescita dell'efficienza, stabilità ed economicità dei nuovi Confidi, nell'interesse del tessuto imprenditoriale italiano.
Banche e imprese multinazionali nelle regioni italiane: due fenomeni territorialmente congiunti?
I processi di internazionalizzazione, bancaria e produttiva, hanno privilegiato i vicini paesi dell'Unione monetaria e soprattutto quelli di nuovo accesso all'Ue. Alla ricerca di fattori produttivi a basso costo o di mercati di sbocco, per le imprese, oppure per sfruttare le opportunità offerte dalle economie in crescita e seguire i clienti oltre confine, per le banche. L'analisi di correlazione tra i due processi di apertura mette in luce come nel complesso delle regioni italiane l'operatività sul territorio di banche internazionalizzate in altre economie, e soprattutto in quelle emergenti dell'Europa centro-orientale, sia più connessa con indicatori di interscambio commerciale che con la propensione delle imprese a investire in altri paesi.
Finanza: The role of Mutual Fund Ratings for investment decision making
If interpreted correctly fund ratings are one of the key elements in any fund selection process.To be really significant for investment decision making, fund ratings have to be forward looking.However, fund ratings are by no means an universal and ultimate criteria that can substitute all other elements of a keen portfolio selection process. Any investment decision has to start with the investor specific profile, risk and return preferences and a tailor-made asset allocation.
L'investimento in opere d'arte: un modello di pricing per i dipinti contemporanei italiani
Gli artisti con quotazioni maggiori sono quelli più apprezzati dagli ambienti artistici. Tuttavia, come emerge dall'analisi di un ampio campione di transazioni in asta tra il 1990 e il 2006, una volta acquisito il riconoscimento da parte del sistema dell'arte, la qualità artistica di un dipinto non è sufficiente a garantirne la credibilità economica. Conta soprattutto la promozione che viene condotta sulle opere e l'inserimento delle stesse all'interno dei canali di commercializzazione più consolidati.
Lavoro - Il premio aziendale: caratteristiche e principali indicatori utilizzati dalle banche
L'impulso dato dalle Parti contrattuali a livello nazionale per lo sviluppo e il rilancio del premio aziendale e, più in generale, della retribuzione variabile nelle politiche retributive delle banche italiane è stato forte e costante nell'ultimo decennio.Tuttavia la disciplina introdotta con i principi contabili ha inciso negativamente nel biennio 2006- 2007 sulla relazione tra tale emolumento e le reali condizioni economiche dell'azienda, contrariamente allo spirito ispiratore della normativa contrattuale.Occorrerà attendere la stipula e l'analisi delle nuove intese aziendali per valutare come la disciplina dei premi risponderà all'originario requisito della variabilità in funzione del risultato economico raggiunto.
RapportoABI sui mercati finanziari e creditizi
Settembre 2008