L`appello nel rito del lavoro


di: Giovanni Casciaro

Editore
Assicredito
Anno
1992
Pagine
376
Disponibilità
Disponibile
Prezzo Copertina € 20,00
IVA assolta dall'editore

Introduzione di Tancredi Bianchi
1. CENNI PRELIMINARI
1.1 Premessa
1.2 Nozione di processo civile
1.3 Il processo del lavoro
1.4 Natura e caratteri essenziali dell'appello
1.5 La disciplina legislativa dell'appello nel processo del lavoro
1.6 La competenza del tribunale in funzione di giudice del lavoro
1.7 Il foro erariale
1.8 La translatio iudicii
1.9 Rilievo dell'incompetenza in appello
1.10 Brevi note sui procedimenti cautelari
2. LA SENTENZA APPELLABILE NEL PROCESSO DEL LAVORO
2.1 La sentenza del pretore giudice del lavoro. Categorie di sentenze
2.2 I requisiti e le nullità della sentenza
2.3 Il problema dei rapporti fra sentenza e dispositivo nel processo del lavoro
2.4 L'omissione della lettura in udienza del dispositivo
2.5 Sentenze non appellabili: l'art. 440 c.p.c.
2.6 Altre ipotesi di sentenza non appellabile
2.7 Notificazione della sentenza appellabile e termini per appellare
2.8 Appello avverso sentenze non definitive e riserva facoltativa d'appello
2.9 Il lodo in arbitrato rituale
3. APPELLO CON RISERVA DEI MOTIVI, ESECUZIONE PROVVISORIA DELLA SENTENZA E INIBITORIA
3.1 Provvisoria esecutorietà della sentenza di primo grado nel riformato processo civile
3.2 Provvisoria esecutorietà della sentenza ed inibitoria: cenni generali
3.3 L'art. 431 c.p.c. dopo la legge di riforma del processo civile
3.4 La sentenza favorevole al lavoratore e quella favorevole al datore di lavoro
3.5 La nozione di sentenza «che pronuncia condanna» ex art. 431, primo quinto comma, c.p.c.
3.6 L'esecuzione in forza del dispositivo
3.7 L'appello con riserva dei motivi
3.8 Procedimento di concessione della tutela inibitoria
3.9 L'ordinanza di concessione (o diniego) della tutela inibitoria
3.10 Gravissimo danno e gravi motivi
4. IL DEPOSITO DEL RICORSO IN APPELLO E LA COSTITUZIONE DELL'APPELLANTE
4.1 La citazione in appello nel processo civile ordinario
4.2 La scelta del ricorso come atto introduttivo del processo del lavoro di primo e di secondo grado
4.3 Citazione in luogo del ricorso e mutamento del rito. Principio di ultrattività
4.4 Autonomia della fase di proposizione dell'appello mediante deposito dell'atto rispetto alla successiva notificazione
4.5 I requisiti del ricorso. Procura e sottoscrizione
4.6 I requisiti di contenuto del ricorso in appello
4.7 La costituzione dell'appellante
4.8 Nullità del ricorso in appello
5. LA NOTIFICAZIONE DELL'ATTO DI APPELLO
5.1 Gli adempimenti successivi al deposito del ricorso in appello
5.2 La notificazione del ricorso e del decreto del presidente del tribunale
5.3 Luogo della notificazione
5.4 Notificazione plurima e notificazione oltre l'anno dalla pubblicazione della sentenza
5.5 Il «termine a difesa»
5.6 Nullità della notificazione
5.7 La sanatoria delle nullità della notificazione del ricorso ex artt. 433, primo comma e 434 c.p.c.: orientamenti della giurisprudenza
5.8 La sentenza n. 2166 del 1988 delle Sezioni Unite
5.9 Sviluppi successivi della giurisprudenza
5.10 Vizio non sanabile o non sanato della notificazione e conseguente improcedibilità dell'appello
6. LA COSTITUZIONE DELL'APPELLATO E L'APPELLO INCIDENTALE
6.1 Assunzione della qualità di appellato
6.2 La costituzione dell'appellato
6.3 Termine per la costituzione dell'appellato
6.4 Il principio di concentrazione delle impugnazioni
6.5 Modalità di presentazione dell'appello incidentale nel rito speciale
6.6 Requisiti e termine dell'appello incidentale nel rito speciale
6.7 Appello incidentale autonomo e non autonomo. Appello incidentale tardivo: i presunti limiti oggettivi
6.8 Notificazione «alla controparte»
6.9 Relazione tra deposito e notificazione
decadenza dall'appello incidentale
6.10 Problemi di legittimità costituzionale
6.11 L'appello controincidentale
7. L'UDIENZA DI DISCUSSIONE: A) GLI ADEMPIMENTI PRELIMINARI
7.1 Cenni generali
7.2 La mancata comparizione dell'appellante quale indice di sopravvenuto disinteresse al prosieguo del giudizio
7.3 La vexata quaestio circa l'applicabilità dell'art. 348, secondo comma, c.p.c. nel processo del lavoro
7.4 La recente svolta giurisprudenziale
7.5 Mancata comparizione dell'appellante all'udienza di discussione e concomitante inammissibilità dell'appello o vizio del contraddittorio
7.6 L'assenza delle parti nelle udienze successive alla prima
7.7 L'indagine sulla completezza e regolarità del contraddittorio
7.8 L'intervento di terzi in appello
7.9 Mutamento del rito e riunione di cause relative ad appelli contro sentenze diverse
7.10 Il libero interrogatorio e il tentativo dì conciliazione
7.11 L'esercizio del potere ex art. 421, primo comma, c.p.c.
7.12 Ordinanze ex art. 423 c.p.c.
7.13 La sospensione e l'interruzione del processo
8. L'UDIENZA DI DISCUSSIONE: B) I «NOVA» IN APPELLO
8.1 Il divieto di nuove domande ed eccezioni
8.2 Decadenza dalle domande ed eccezioni non riproposte
8.3 Nozione di domanda nuova non ammessa
8.4 La nuova eccezione non ammessa in appello
8.5 Mezzi di prova in appello
8.6 Prove costituite e prove costituende. I documenti
8.7 Limiti all'ammissione dei documenti in appello
8.8 Ammissione dei mezzi di prova non nuovi
8.9 La rimessione in termini
8.10 Ammissione dei mezzi di prova nuovi. Il giuramento decisorio ed estimatorio
8.11 La ritenuta indispensabilità come condizione di ammissione del nuovo mezzo di prova
8.12 L'iniziativa istruttoria del collegio
8.13 Assunzione del mezzo di prova in appello
8.14 La consulenza tecnica
9. L'UDIENZA DI DISCUSSIONE: C) RELAZIONE, DISCUSSIONE ORALE E DECISIONE
9.1 La relazione del giudice incaricato e la discussione orale
9.2 Le modalità della decisione della causa
9.3 Il dispositivo di sentenza resa dal tribunale in funzione di giudice del lavoro
9.4 Forma del provvedimento del collegio
9.5 Le statuizioni della sentenza resa dal tribunale in funzione di giudice del lavoro
9.6 L'applicazione dell'art. 429, terzo comma, c.p.c. nel processo del lavoro di secondo grado
9.7 I capi restitutori della sentenza d'appello
9.8 La pronuncia sulle spese