Sul n.3/2016 del Journal scopri due nuovi interessanti articoli. Irlanda e Svezia: una nuova lettura in due periodi storici cruciali


05-06-2017

In che modo la Grande carestia irlandese, nel periodo 1845-1850, ha determinato la legge per l’assistenza ai poveri? Quale impatto socio-economico hanno subito i paesi neutrali, come la Svezia, durante la prima guerra mondiale?

Quanto e come una crisi sociale ed economica determina una riforma politica? Da questa domanda prende spunto l’analisi di Declan Curran e Mounir Mahmalat, docenti della Business School di Dublino, sulla legge per l’assistenza ai poveri (1862) all’indomani della Grande carestia che ha colpito l’Irlanda nel periodo 1845-1850. Nell’articolo dal titolo “Interrogating the Crisis-Reform Hypothesys: A case study of poor law Reform in post Famine Ireland”, gli autori “sfidano” tale ipotesi, ossia quella di un processo lineare per cui la riforma in questione è indotta dalla crisi, sostenendo invece, in ottica critica, che tale analisi non ha incorporato adeguatamente la presenza delle Istituzioni economiche e sociali.

Molti i documenti storici analizzati dagli autori, che raccontano le condizioni di carestia, tra cui le testimonianze di esperti forniti dall’allora “Comitato ristretto per l’assistenza ai poveri”, i dibattitti parlamentari sulla legislazione, la cronaca contemporanea sulla riforma.

L’articolo di Peter Hedberg, docente dell’Università di Uppsala in Svezia, indaga invece l’impatto della prima guerra mondiale sul commercio internazionale e sulla crescita economica dei paesi belligeranti e dei paesi neutrali. In particolare esamina l’impatto della guerra sull’economia della Svezia, paese che insieme alla Danimarca e alla Norvegia era neutrale, e paragona i volumi commerciali svedesi, i prezzi e la crescita del Pil reale con quelli dei paesi belligeranti. Lo studio, dal titolo “The Impact of World War I on Sweden's Foreign Trade and Growth”, evidenzia, durante la guerra, il verificarsi di due tendenze economiche diametralmente opposte: se fino al 1916 il commercio internazionale svedese si espandeva favorendo la crescita del Pil, dopo il 1916 con l’intensificarsi della guerra navale ed economica il commercio e la crescita del Pil si arrestarono sia nei paesi belligeranti che in quelli neutrali. Se da un parte nei paesi neutrali, come la letteratura storica suggerisce, le politiche di guerra hanno favorito il commercio intra-regionale scandinavo, alleviando in qualche modo gli effetti peggiori della guerra, lo studio pubblicato in questo articolo dimostra invece che né l’espansione del commercio internazionale dei primi anni della guerra né il commercio neutrale intraregionale e marittimo sono bastati a compensare la contrazione del commercio internazionale registrato negli anni di blocco.

Se sei interessato, leggi anche l’articolo su “Invisible Globalization: French Hats in Habsburg Vienna, 1650 -1750” recentemente pubblicato sul nostro sito.

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