Ferdinando Pecora, l’insegnamento del grande prosecutor della crisi del 1929

L’articolo di Giovanni Ferri, prorettore dell’università Lumsa di Roma, prende le mosse dal fatto che, a distanza di dieci anni dallo scoppio della Crisi finanziaria globale, banca e finanza nei paesi sviluppati stanno cercando faticosamente di recuperare la stabilità e la solidità che possedevano in precedenza.

Come suggerisce Ferri, occorre guardare al passato, a come invece negli anni ’30 del secolo scorso gli Stati Uniti e l’Europa riuscirono ad attuare riforme incisive ed efficaci che garantirono stabilità e fiducia al settore bancario e finanziario per molti decenni.

La figura di Ferdinando Pecora è indissolubilmente legata a tali riforme e ai benefici che ne seguirono, poiché fu proprio lui che, nel 1933, mise a nudo nei suoi dibattiti - i Pecora Hearing - al Senato americano la diffusione di abusi, pratiche bancarie scorrette, corruzione che avevano portato al crollo di Wall Street nel 1929.

Nato a Nicosia (Enna), ben presto emigrato e naturalizzato americano, si contraddistinse per la sua elevatissima moralità, guadagnandosi la fama di “falco” contro la speculazione finanziaria negli anni in cui aveva servito nell’ufficio del Procuratore distrettuale di New York.

Sotto la presidenza Roosevelt, in qualità di Consigliere principale del Senate Committee on Banking and Currency, contribuì in modo significativo alla realizzazione della grande riforma - - il Glass-Steagall Act - del sistema finanziario che stabiliva la separazione tra le banche commerciali e le banche d’investimento e regole più rigide per il funzionamento dei mercati finanziari. Per quasi 70 anni non ci sono state fasi di crisi finanziaria sistemica fino all’abrogazione, nel 1999, del Glass-Steagall Act.

Ricordare Ferdinando Pecora non è solo doveroso per il suo lascito, ma diventa anche un momento di riflessione per rilanciare il dibattito sul futuro del credito e della famiglia.