La sostenibilità della politica fiscale sotto il regime di Salazar, 1933-1974


10-07-2017

Una politica fiscale sostenibile è tale quando un governo è capace di soddisfare i suoi obblighi di debito a lungo termine. Questa definizione ha trovato ampio consenso nella letteratura economica e ha ispirato molte ricerche empiriche in diversi paesi ed epoche storiche.
Ricardo Ferraz, docente di Storia Economica e Finanze Pubbliche all’Università di Lisbona, ci offre una nuova lettura sulla politica fiscale sostenibile che ha interessato il Portogallo sotto il regime dittatoriale conosciuto come Estado Novo (Nuovo Stato) nel periodo storico 1933 -1974.

Con l’articolo “The Sustainability of Portuguese Fiscal Policy in the period of Estado Novo, 1933-1974” Ferraz si propone di verificare se, nella storia economica portoghese, la politica fiscale fosse sostenibile sotto un regime dittatoriale che ha fatto del principio del mantenimento delle finanze pubbliche sane un obbligo costituzionale dell’Estado Novo.

Il regime politico dell’Estado Novo era nazionalista, corporativista, anti-liberale, autoritario e anti-democratico. Oltre al Portogallo, il suo dominio si estendeva alle colonie in Africa, Asia e Oceania. Antonio de Oliveira Salazar, leader indiscusso, conquistò il potere dopo che, nel periodo della Dittatura Militare (1926-1933), come Ministro delle finanze pubbliche riuscì a garantire, per la prima volta, eccedenze di bilancio per molti anni, tracciando così un nuovo inizio per le finanze pubbliche portoghesi.

L’Estado Novo rispecchiava totalmente il pensiero ideologico di Salazar che ha imposto una politica fiscale ortodossa durante tutto il periodo sotto il suo regime. Fonti storiche riportano che nei suoi discorsi pubblici una politica fiscale sana venisse presentata come “la salvezza della nazione”, “la politica della verità”, “la politica del sacrificio”, “la politica nazionale”. Salazar difendeva “la serietà dei conti pubblici” e sosteneva che il “governo deve sempre essere una brava persona che difende il bilancio pubblico con cura e vigore”.

Era dunque sostenibile la politica fiscale portoghese nel periodo dell’Estado Novo? Ferraz risponde con un contributo originale che valuta empiricamente la sostenibilità fiscale di quel periodo.

Partendo dall’analisi di alcune variabili chiave della finanza pubblica portoghese e dai dati ufficiali di bilancio, l’autore costruisce un quadro teorico di riferimento. Dall’applicazione poi di test empirici risultano, in quel periodo, solo avanzi di bilancio che confermano quanto il principio di finanza pubblica sana fosse il cuore pulsante della propaganda politica del regime di Salazar. L’analisi di Ferraz si avvale anche di ricerche e metodi di calcolo del professor Nuno Valerio, docente presso l’Iseg dell’Università di Lisbona, tra cui il lavoro “As finanças pubblicas portuguesas entre as duas guerras mundiais” (1994).

Tuttavia è risultato anche che la guerra coloniale, che ebbe inizio nel 1961, segnò un cambiamento nella gestione dei conti pubblici che, a causa di maggiori spese sostenute per la difesa e la sicurezza, portò progressivamente ad una politica fiscale insostenibile fino al 1974, anno in cui il regime dell’Estado Novo fu rovesciato e contemporaneamente subì gli effetti della prima crisi internazionale del petrolio.

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