Contratto ibrido: dipendente e anche un po’ imprenditore


26-07-2017

Sul n. 7 di Bancaria si parla di “contratto di lavoro ibrido” con due interessanti articoli

L’esperienza di Intesa Sanpaolo nell’intervento di Eliano Lodesani, Chief operating officer del Gruppo, e l’analisi di Marco Marazza, ordinario di Diritto del lavoro presso la Luiss.

Il Protocollo per lo sviluppo sostenibile del Gruppo Intesa Sanpaolo, sottoscritto a febbraio 2017 con le Organizzazioni sindacali di settore, mette in campo, spiega Lodesani, in via sperimentale, una nuova modalità di svolgimento della prestazione lavorativa: il “lavoro ibrido”, che coniuga il rapporto di lavoro subordinato con il contratto di lavoro autonomo (quale consulente finanziario), nella prospettiva di svolgere un servizio orientato alle diversificate esigenze della clientela. Inoltre l’accordo contiene una serie di strumenti in tema di welfare volto al benessere dei lavoratori e di sostegno alla nuova occupazione.

Un’innovazione, affascinante per la sua complessità giuridica – così la definisce Marazza - che si propone quale possibile nuovo strumento per l’organizzazione del lavoro nell’attuale contesto del settore bancario. Un accordo dalle tante sfaccettature che introduce e regolamenta un’inusuale forma di collaborazione professionale in cui, tra banca e lavoratore, coesistono un rapporto di lavoro subordinato a tempo parziale e un rapporto di lavoro autonomo, un contratto di mandato o di agenzia per lo svolgimento, fuori sede, dell’attività di consulente finanziario.

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